Jan
18
Ti piacciono i tuoi vicini di casa?
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Questa mattina, domenica 18 gennaio alle 7:30 è entrato in casa nostra un vicino di casa, Bwana Mwoha.
Ci portava delle pesche prodotte dal suo giardino e che vedete in foto. Innanzi tutto vorrei soffermarmi sul fatto che alle sette e mezza di domenica mattina eravamo svegli e che è entrato tranquillamente in casa con le pesche (provenienti da una distanza di 10 metri in linea d’aria), uscendo con cioccolatini Lindt che avevano percorso circa 7.500 km. Certamente in via Matteotti la porta sarebbe stata chiusa, ed ancor più chiusi gli occhi dei suoi occupanti.
Tornando ai vicini, la nostra casa qui a Nazareth è abbastanza isolata ma comunque conosciamo le persone della via. C’è una signora che zoppica. Ha una protesi alla gamba sinistra. Lavora e fa la segretaria per la chiesa luterana di Njombe. Tra l’andata e il ritorno, si fa almeno 4 kilometri al giorno. A piedi, appunto, zoppicando. Per questo motivo quando la incontriamo la facciamo salire in macchina e lei ci invita ripetutamente a casa sua. Chissà un giorno magari ci andiamo.
Ogni giorno, nei nostri giri a piedi o più spesso in macchina, incontriamo gente che non ci sembra più straniera come quando siamo arrivati. Nei saluti e nei sorrisi scorgiamo spesso visi noti. Amici di un minuto o di un’ora che si ricordano di noi e colgono l’occasione per farci fermare, per una stretta di mano o per avere qualche notizia “Habari za….” su come va.
A volte queste conversazioni rasentano quasi il ridicolo quando ad esempio non ci si vede da un po’ e allora il commesso della latteria mi chiede “Habari za kupotea”, che tradotto viene “Quali notizie della tua scomparsa???”.
Mi viene in mente che un giorno, in Italia io e Federica siamo andati dai vicini con una bottiglia di vino e un dolce. Abbiamo suonato alla porta e ci hanno chiesto di scendere in modo da poterci identificare tramite citofono.
Jan
16
Dall’asilo di COF
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Jan
15
Addis Ababa in DAR
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