Benvenuti a Njombe – Tanzania

Si parte il venerdì mattina da Njombe. Nel corso del tragitto le due macchine si riempiono, e giunti a Makambako siamo in 11 su una land cruiser ed un pickup. Siamo di NE, ACRA, E&E, FP, CEFA, NYUMBANY e altro ancora. 5 italiani, un’inglese, una sudafricana e due tanzaniane. A Matema però, troveremo altri compari che hanno viaggiato in autobus, totale 20 persone.
Il viaggio si dimostra alquanto avventuroso. Partiti da Njombe infatti, crediamo di lasciarci la pioggia alle spalle…illusi!! Piove per buona parte del tragitto.
Per raggiungere Matema, bisogna dirigersi a nord verso Mbeya, e poi svoltare a sinistra in direzione del confine con il Malawi. Una volta arrivati a Kiela, si lascia la strada sterrata e ci si inoltra in mezzo a villaggi che sorgono tra banani e piante di cacao ( le mie prime piante di cacao….super esaltazione!!).
In condizioni ottimali, il viaggio dovrebbe durare all’incirca sei ore…noi però ce ne mettiamo quasi il doppio, considerando anche una sosta-hamburger alla Metro Cuisine di Mbeya..una prelibatezza!
Il viaggio scorre tranquillamente fino a Kiela, solo le pattuglie della stradale ci rallentano fermandoci diverse volte (sembra che le casse statali necessitino di essere rimpinguate, e multare gli automobilisti è universalmente una delle strategie più gettonate). A Kiela, come detto, lasciamo l’asfalto. Qui iniziamo ad incontrare acqua ovunque. Campi inondati, villaggi allagati, corsi d’acqua straripanti che tracimano dal loro corso naturale e si espandono in ogni direzione. La gente continua la sua vita abbastanza normalmente, donne che stendono i panni, vecchi seduti fuori da capanne e botteghe, bambini che giocano..tutto in almeno quaranta centimetri d’acqua scura. Guadati diversi tratti allagati, arriviamo in un punto in cui siamo costretti a fermarci. Una gran folla, tantissima acqua che scorre, e nel mezzo, un camion delle bibite incagliato. Ci si consulta, non sappiamo bene che fare, non si capisce quanto si alta l’acqua e quanto forte la corrente. Il fatto che il bus in coda davanti a noi non si arrischi ad attraversare il guado ci fa titubare. Normalmente infatti, gli autisti degli autobus sono degli “scriteriati”, come dice qualcuno, se loro non avanzano un motivo ci sarà. Dopo più di quaranta minuti di sosta, arriva però una jeep dalla direzione opposta. Ci guardiamo e decidiamo di provarci…. La land cruiser in cui sto parte per prima. Sull’altro pickup i passeggeri decidono di salire sul cassone per riprendere l’impresa, consigliare, e soprattutto incitare l’autista. Si va.
Adrenalina, urla, parolacce….Ce la facciamo! Una volta arrivati, noi della prima macchina smontiamo per vedere arrivare i nostri compagni. Ce la fanno anche loro. Tutti giù dalle auto. Si esulta. I due autisti si abbracciano. Molto molto divertente, io lo rifarei!
Procediamo sempre in mezzo all’acqua e dopo le sei di sera arriviamo al Lutheran Centre, sul lago, nel villaggio di Matema. A causa delle piogge e delle inondazioni, è paradossale, ma non c’è acqua, l’acquedotto è stato spazzato via, così che per tre giorni il lago Malawi è la nostra unica fonte di e refrigerio, e anche l’unico modo per darsi una lavata. Durante il resto della nostra permanenza, il sole splende e asciuga, così che mi rimedio la mia bella ustionata tanzaniana! Ci organizziamo per fare passeggiate nei diversi villaggi e per raggiungere Ikombe in canoa, il villaggio dove si producono le ceramiche che si vedono per tutta la regione, e che vengono utilizzate per cucinare o conservare e far fermentare diversi frutti, dalla banana alla cassava. A Pasqua passiamo quasi tutto il giorno spiaggiati. Quattro dei nostri compari si avventurano alla ricerca delle cascate..risultato: sei ore di cammino nell’acqua, e spesso fino alla vita, senza raggiungerle. Questo non è proprio il momento adatto, troppa acqua, meglio riprovarci ad ottobre durante la stagione secca. Ci si dedica a falò e grigliate, si canta e si gioca sulla spiaggia.
L’ultima sera, io e qualche altro avventuriero facciamo in tempo a perderci e ritrovarci, nel tentativo di raggiungere il posto in cui abbiamo pianificato di mangiare. Colpevole il buio pesto che non ci permette di vedere il cartello del Lake Shore infatti, tiriamo dritto per altri due chilometri, fino a che arrivati al Crocodile Camp, il tedesco che lo gestisce ci spiega che dobbiamo tornare indietro. Poco male, fantastica passeggiata, luna piena che si specchia nel lago, ombre di acacie e baobab, qualche mucca e qualche asino. Il lago sembra davvero un posto magico, tutto succede sulle sue rive. La gente ci si lava, pesca, cucina, viene a prendere l’acqua, medita e ozia. Da dove siamo noi riusciamo a vedere le coste del Malawi, in realtà non è molto distante, chissà che non si riesca ad andarci un giorno!

Ciao a tutti!
Gaia



Comments

2 Responses to “Cronache di una Pasqua a Matema, lago Malawi.”

  1. Valeria on April 15th, 2012 1:07 pm

    Ciao Gaia ….
    Un forte abbraccio per condividere le tue emozioni.. ed anche le tue emozionanti esperienze!!!
    Fantastico. Guardo attraverso i tuoi occhi le bellezze della Tanzania, che tanto amo.
    Amala pure tu, anche per me e gustala… !!!
    A presto Valeria

  2. Paolo on April 15th, 2012 5:46 pm

    Ciao Valeria!Che bello sentirti!E spero che tu possa trovare l’occasione per venire qui presto e gustarti ancora un po’ di Tanzania..
    un bacio!
    Gaia

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